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Scorcio del Mar Piccolo a Taranto con vista dei pali per le cozze |
Non so se a voi è mai capitato di sentirvi riportare indietro negli anni e
rivivere una sensazione di vera felicità solo per aver ripercorso luoghi,
rivisto immagini ed oggetti che la tua memoria ti confermano familiari.
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Appena entrate ci accoglie la testa bronzea di Eracle |
Questo
mi è accaduto questa estate visitando il museo di Taranto, più conosciuto con
l'acronimo "MarTa".
Per me il museo di Taranto è il compagno
di una vita. Ci siamo presentati quando avevo solo 10 anni. Con le mie compagne
di classe, vestite con il nostro bel grembiulino bianco ed il fiocco rosa,
accompagnate dalla maestra, facevamo il nostro ingresso in un modo sconosciuto
ma ricco di promesse. La maestra ci aveva spiegato molto e man mano che
proseguivamo nella visita, si dilungava in spiegazioni che spesso non capivo bene,
ma una cosa era certa, mi piaceva quel luogo.
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Vasi porta unguenti e oggetti votivi |
Taranto è una fonte inesauribile
di ritrovamenti e proprio in quel periodo ovunque si scavasse affioravano
reperti e tombe.
Ritornai spesso a curiosare tra i corridoi del museo in cui trovavo i
reperti che erano stati riportati alla luce dalla tomba nella via... o nella
piazza... luoghi a me fin troppo noti, luoghi della mia quotidianità.
Gli anni sono trascorsi ed io mi sono allontanata da Taranto e anche il
museo l'ho perso un pò di vista, ma ogni volta che lo sentivo nominare era una
gioia, come un qualcosa di mio che il mondo poteva ammirare. A pensarci sembra
sciocco, ma è bello condividere con tanti una gioia simile.
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Tomba dell'atleta di Taranto - L'interno della tomba si può vedere attraverso lo specchio posto sul soffitto |
Cosa mi colpì allora, quando ancora bimba mi affacciai al mondo della
archeologia e della Magna Grecia? La risposta è immediata: la tomba
dell'atleta; ho per anni fantasticato su questo personaggio, l'ho immaginato
mentre partecipava a gare, quando si tergeva il sudore con gli strigili,
provando io un senso di disgusto e quasi dolore al pensiero di quell'oggetto di
metallo sulla pelle e di ammirazione per essere giunto dopo tanti anni a noi.
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ori belli e... |
Per non parlare dei famosissimi ori di Taranto: anelli, collane, bracciali, corone, orecchini e monili che anche oggi farebbero la gioia di molte donne.
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...sempre attuali |
Vanto e presti-
gio degli orafi del tempo che abilmente lavoravano l'oro, pietre e i metalli preziosi sino a renderli delle opere d'arte, oggetti di lusso atti ad adornare le nobildonne del tempo. Un'abilità che ha dato notorietà agli artigiani tarantini. D'altronde come potrei non apprezzare e non rimanerne incantata visto che mi sono così appassionata alla lavorazione dei monili. Che siano stati gli ori di Taranto a trasmettermi questo amore? Ma! Chissà?
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Io Zeus e Ilaria Barulli |
In compagnia di Ilaria Barulli
di Going for a walk? ho rivisto il
museo nella nuova veste. Appena arrivate ci ha accolte il bronzeo Eracle, ma è
stato con Zeus, ritrovato ad Ugento, che, con confidenza forse esagerata, vista
l'importanza divina, abbiamo scattato un
selfie; qui modernità e antichità convivono armoniosamente.
Proseguendo per i
corridoi, mi sono persa ad ammirare coppe, statue, vasi dai più piccoli a
quelli enormi, bamboline e oggetti votivi, monete, fino ad arrivare ad una
bacheca con fibule e spilloni a spirale.
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Io che ammiro le opere dei mastri orafi del passato e cerco qualche originale spunto |
Mi sono fermata ad considerare che i
gusti non sono poi troppo cambiati, ho anche io uno spillone simile e dei
pendenti con spirali e pietre; quasi comico vero?
E alla fine ecco gli ori che
ricordavo.
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Delicato ed incantevole diadema in oro |
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Una stupenda parure |
Belli nella loro raffinata eleganza.
Ma per una appassionata di
cucina cosa mi poteva entusiasmare...
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Uno splendido schiaccianoci bronzeo |
due mani che si stringono tra loro, un
bronzeo schiaccianoci che ha contribuito a deliziare il palato in sontuosi
pranzi.
Abbiamo trascorso un pomeriggio vagando tra corridoi, ammirando e
galvanizzandoci ad ogni teca. Pensavamo di aver visto ormai tutto, quando
nell'ultima sala la sorpresa più gradita, la tomba dell'atleta dopo tanti anni
è tornata nel museo ove tutti la possono nuovamente ammirare. Per preservarla è
stato necessario porre dei limiti che i visitatori non possono superare, pena
l'azionamento di un campanello che tradisce l'avvicinamento, uno specchio posto
sopra la tomba permette di vedere lo scheletro che vi è all'interno. È stato
come ritrovare un vecchio amico, ero davvero felice. Ho cominciato a
chiacchierare con il custode e lui mi ha detto che non ero l'unica ad aver
avuto questa reazione, evidentemente è mancato a molti e molti sono stati
felici del suo ritorno.
Siamo uscite dal museo che eravamo elettrizzate. Non sarò una studiosa ma
questa visita mi è nuovamente piaciuta e la consiglierei a tutti e, se anche ad
un solo bambino piacesse come è piaciuto a me, ne sarei davvero felice.
Con questo pensiero positivo termino la mia non scientifica visita al MarTa
per portarvi però ancora tra le bellezze e le leccornie di Taranto, le mitiche
cozze tarantine, piccole ma saporitissime, culto e vanto dei mitilicoltori.
Perchè sono così rinomate ed apprezzate? Come spesso accade, il luogo dove
vengono prodotte da una caratteristica particolare al prodotto finito.
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Citro:vortice che si crea sulla superficie del mare in presenza di una sorgente d'acqua dolce sottomarina
Mar Piccolo a Taranto - Autore Maximix - creative commons |
Un mare
chiuso, con molte polle d'acqua dolce, i
citri, che riducendo la salinità ed abbassando la temperatura dell'acqua rendono il mare particolarmente favorevole
per la crescita delle cozze.
Linguine al sugo di cozze.(4p.)
300 gr.
linguine*
1 Kg. cozze
500 gr. pelati
2 spicchi di aglio
peperoncino
4 cucchiai di olio di oliva
prezzemolo tritato
Gli ingredienti con il simbolo
(*) sono
alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono
avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario
dell'Associazione Italiana Celiachia, o riportare la scritta "senza
glutine"
Questa ricetta l'ho imparata da una amica/compagna di
scuola tarantina che sapeva aprire le cozze con una maestria unica. Io invece
non sono così brava quindi preferisco farmi aiutare da un pentola e dal fuoco
per aprirle velocemente. Lo so, è un'eresia e la mia amica non mi ha sempre
condivisa. Poi seguendo il forum di Coquinaria
ho imparato un trucchetto per mantenere il profumo del mare, e che qui
condividerò con voi.
Prepariamo il sughetto di cozze.
Pulisco bene le cozze sotto l'acqua e con un
raschietto tolgo tutte le impurità sul guscio. Scelgo una quindicina di cozze,
le più belle e grosse e le tengo da parte.
In un capace pentola metto l'olio e l'aglio, lo faccio
rosolare e vi aggiungo le rimanenti cozze, copro con un coperchio e a fuoco
moderato le lascio aprire. Estraggo i mollusci dalle valve aperte, non uso le
cozze che non si sono aperte spontaneamete.
In una pentola metto l'olio rimasto, l'aglio lo faccio
imbiondire e aggiungo le cozze tenute da
parte, faccio evaporare parte dell'acqua che rilasciano i molluschi. A questo
punto aggiungo i pelati spappolati con una forchetta o passati al passaverdure.
Porto a cottura per qualche minuto ed aggiungo il peperoncino. Non salo perchè
l'acqua dei mitili è già salata; eventualmente dovesse occorrere altro sale lo
si può sempre aggiungere alla fine. Continuo la cottura per circa 15 min.,fino
a che il sugo non raggiunge la consistenza desiderata. Circa 5 min. prima della
cottura del sugo aggiungo le cozze private dei gusci, continuo la cottura.
Aggiungo il prezzemolo solo pochi minuti prima di condire la pasta per
mantenere il profumo di fresco del prezzemolo.
Lesso le linguine in abbondante acqua salata. A
cottura scolo bene la pasta. La sistemo nella pentola di cottura, aggiungo una
parte di sugo evitando di unire le cozze con le valve e le faccio assorbire il
sugo. Impiatto e condisco con il rimante sugo e decoro con le cozze con il
guscio.
Se passate da Taranto non dimenticate di gorevi un
delizioso piatto di cozze.
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Un arrivederci dal Mar Piccolo di Taranto e dalle sue deliziose cozze |
Alla prossima
Ciao