sabato 26 ottobre 2013

Festa dei morti



Pianta di fava

Secondo una antica tradizione si usava, per il periodo dei morti, consumare le fave. Queste sin antichità hanno rappresentato un legame tra il regno dei vivi e quello dei morti. Si riteneva che grazie alle loro lunghe radici, che si spingevano in profondità tanto da arrivare a lambire il regno dei morti, facessero da tramite tra la superficie e il regno sotterraneo.  Il consumo delle fave era così un mezzo per incontrare i propri cari defunti. Con questo legume, tritato, venivano quindi prodotti dolcini vari; a causa del favismo le fave sono state man mano sostituite dalle più innocue mandorle: il nome è rimasto immutato proprio per mantenere inalterato il significato che per secoli  è stato dato loro.
Quest’anno purtroppo il blog proprio per il periodo dei morti subirà una breve pausa.
Grazie a Ilaria del blog Going for awalk? Anche se in anticipo ho avuto modo di pasticciare e collaborare con lei nella produzione delle Ossa dei Morti.
 
Ossa dei morti - dal Blog Going for a walk?


È stato davvero piacevole per una volta fare da assistente e assaggiare senza troppo lavorare. 
Trovate qui la ricetta, il procedimento e alcune interessanti notizie.

E come dice lei nel suo Blog Happy Halloween


Alla  prossima
Ciao

venerdì 25 ottobre 2013

Crostini al pomodoro e olive

Questo è un antipasto tipicamente mediterraneo  Non solo è di bella presenza ma accomuna i commensali che dopo il primo assaggio proposto nel piatto, si preparano da soli il successivo.




giovedì 24 ottobre 2013

Dolce della festa

Mele, mele; dolcissime e succose mele; in un dolce della festa naturalmente.


Alberi con mele
 È finalmente arrivato il periodo delle mele. Come ogni anno, verso la fine di ottobre andiamo a fare una passeggiata nelle campagne vicine: a Martina Franca. Già da vari anni, in questa zona hanno piantato numerosi meleti. È straordinario vedere nascere e poi crescere le mele; per me che ho sempre localizzato la coltura delle mele in nord Italia, saperle anche qui ha anche dell’incredibile.

Anche quest’anno sono tornata con il mio trofeo racchiuso in due grosse buste gialle. Avevo tutto per la preparazione di un ricco dolce: Il dolce della festa. A casa è piaciuto davvero tanto; i vari sapori si amalgamano alla perfezione. Anche se le mele sono già mature, forse è meglio aspettare quando il tempo diventa freddo. Il ripieno ricco perde la sua grinta quando le giornate sono ancora calde.

Ho provato questo dolce sia con le mele che senza; il sapore naturalmente cambia e cambia anche l’umidità, ma è in entrambi i casi ottimo. Le dosi indicate sono sufficienti per due ciambelle.


Tè e dolce monoporzione

martedì 15 ottobre 2013

Risi e bisi

Doge di Venezia - Francesco Foscari

Questa pietanza è nei miei ricordi da sempre. Nel periodo primaverile mia mamma la preparava sempre; a volte a modo suo, a volte rispettando i canoni della ricetta originale. Però i piselli erano spesso presenti sulla nostra tavola. La cosa che mi piaceva moltissimo era la presenza delle bucce dei piselli,  i baccelli, messi a cuocere per dare più sapore alla minestra. Mia madre mi ripeteva spesso che sua nonna sceglieva i baccelli più teneri e li faceva cuocere, raccomandandole di non dimenticarsene, per avere un piatto più buono.


Piselli in pianta
Oggi, con i piselli surgelati abbiamo la possibilità di godere del piccolo ortaggio  tutto l’anno. Ma i baccelli?  Quelli no! Per ovviare alla mancanza, mi è venuto in aiuto un amico. Romolo, appunto, mi diceva che sua madre, per avere  tutto l’anno il sapore dei baccelli, quando comperava i piselli freschi, conservava i baccelli, poi li lessava,  li passava al setaccio e la crema ottenuta la congelava in pratiche monoporzioni (usava i contenitori del ghiaccio), per poi riporle in sacchetti ermetici. Una o due porzioni sono sufficenti per insaporire una minestra.
I ricordi di nonne e bisnonne ci riportano ad un tempo lontano; ma per quanto esso possa apparirci remoto, va detto che i piselli hanno un’origine davvero molto più antica, che risale all’epoca in cui gli uomini non avevano ancora inventato… la prima pentola. Si pensa infatti che i piselli fossero già conosciuti nel periodo neolitico, per poi conquistare nel 1696 Luigi XIV e la sua corte che ne erano davvero ghiotti, e arrivare fino a noi  per fare….. il mio Risi e bisi.
Senza approfondire troppo, per evitare troppi sbadigli, dico che questa è una ricetta veneta a base di riso e piselli (“bisi”, appunto). È un primo piatto che non è una minestra né un risotto: per la sua consistenza si pone decisamente a metà  tra i due. I piselli erano il raccolto della primavera, e quindi , questo piatto rappresentava una celebrazione della primavera da offrirsi al Doge in occasione della festa di San Marco.



Riso integrale e bisi 
Risi e Bisi (dosi per 4 p.)
700 gr. di piselli freschi
300 gr. riso (vialone)
Brodo vegetale
50 gr pancetta a cubetti *
50 gr burro
1 cipolla bianca media
4 cucchiai parmigiano
1 cucchiaio di olio

Brodo vegetale

1 cipolla
1 carota
1 gambo di sedano


venerdì 4 ottobre 2013

Gita in Umbria



Forse vi sarete accorti che il blog ha subito una breve pausa. Pausa per il blog e pausa per me.

Appenino umbro


A volte gli uomini sono davvero speciali.

Da alcuni anni io e mio marito programmavamo un gita per la ricorrenza del nostro matrimonio, ma come spesso accade c’erano stati sempre degli imprevisti che annullavano tutti i programmi. Anche quest’anno, impegni ed incidenti di percorso non sono mancati ed io mi sono rassegnata a festeggiare con l’usuale torta e un semplice brindisi in famiglia. Invece, con mia grande sorpresa, la mattina dell’anniversario mio marito ha annunciato:”Stefania, la settimana prossima partiamo”. Ovviamente io ero all'oscuro di tutto e a nulla è valsa la mia insistenza per sapere dove saremmo stati diretti. Omertà è la parola giusta: in famiglia nessuno diceva nulla, tanti sorrisi per me e tanta complicità tra di loro.

Di lì ad una settimana siamo partiti e solo in autostrada lui mi dice: “Andiamo in Umbria, dove hai sempre voluto andare”. Non stavo più nella pelle, rivedere forse posti già visti, ma tanto tempo fa, e posti sicuramente nuovi.


Lago di Caccamo 

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