giovedì 17 aprile 2014

Teglia di riso, patate e carciofi

Cucinare è arte! È un atto poetico!
Solo i prodotti migliori permettono che questa meraviglia possa esprimersi.
            Quante volte abbiamo dovuto dare giudizio negativo nei confronti di una preparazione a lungo collaudata perché uno degli ingredienti non era all'altezza del compito. Purtroppo capita; sono appunto quelli i momenti in cui vorrei essere all'altezza di valutare correttamente ciò che compro, senza sbagliare e senza dovermi ciecamente fidare: così come uno sculture sa riconoscere il materiale giusto da scolpire; così come un poeta sa trovare le parole giuste per rendere il suo pensiero; così come un pittore sa scegliere colori e tratti giusti per far diventare il suo lavoro un'opera d'arte; così  come un regista sa rendere indimenticabile la scena di un film, anche chi ama la cucina dovrebbe sapere scegliere il meglio per la buona riuscita di un piatto.
Oggi il mio interesse è nella giusta scelta di un ortaggio. Mi pongo una domanda: può un ortaggio far scattare la scintilla creativa in maestri di arti diverse? Pare proprio di sì!

Cosa c'è di più poetico di una poesia! Se poi è addirittura un'ode sorridiamo al pensiero che possa declamare un ortaggio, invece eccola: è un'ode al carciofo; si proprio al carciofo, e la penna che ne decanta le qualità è quella del grande poeta Pablo Neruda nelle Odas elementales.
 Ode al carciofo
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino a lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,

e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.

Confesso che dopo aver letto questa ode, il carciofo, che già tanto amo, ha acquistato ai miei occhi un interesse e un rispetto maggiore.
 
Quale altra arte può aver colto la grazia di questo spinoso e fiero ortaggio?
Incuriosita cerco e trovo carciofi ma questa volta fermati su tela, sì e,  proprio dipinti dal pennello del pittore milanese Arcimboldo.


L’estate

Persino Pablo Picasso ne ha fermato la grazia nella sua
"Donna con carciofo" 
e di Alfredo Correani 
"Fiori di carciofo"











Durante la sagra del carciofo di Ladispoli, una stupenda composizione di carciofi a forma di  tartaruga è nata dalla abili mani degli agricoltori locali.

Tartaruga fatta con i carciofi
Anche nella pietra è stata impressa l'immagine di questo ortaggio conferendogli una grazia unica.

Fontana detta del carciofo a Napoli
 La fontana del Carciofo è una delle fontane monumentali di Napoli posta al centro dell'odierna piazza Trieste e Trento.
È composta da una grande vasca circolare con al centro un'altra vasca più piccola che sorregge una scultura floreale da cui l'acqua fuoriesce formando decorativi giochi. Grazie alla forma di questo elemento decorativo, la fontana è popolarmente chiamata "del Carciofo".




Questa immagine mi riporta alla mente la triste storia di Cynara. 

Carciofo in pietra- come decorazione - 

Una leggenda greca racconta che Zeus, un giorno si innamorò della ninfa Cynara.
Quando Zeus era nei paraggi nessuno era mai al sicuro dalle sue avance., Nonostante la consorte sempre attenta a contenere le sue scappatelle, donne, uomini, mortali e divinità  erano sempre sue riserve di caccia. Quando Zeus si invaghì di una ninfa di nome Cynara, con un incantevole viso, occhi verdi con sfumature viola, capelli fluenti dal color cenere, corpo snello e ben proporzionato un portamento elegante; mai avrebbe pensato che la ninfa avrebbe rifiutato la corte del re degli dei. Purtroppo per lei, oltre ad essere molto bella e d'animo buono e gentile, era anche molto orgogliosa e volubile. Queste qualità alimentarono la passione per la ninfa e quando lei lo rifiutò, Zeus si adirò al punto da trasformare la ninfa in un vegetale. Per amore però volle che il vegetale avesse tutte le qualità dell'amata. Doveva essere, all'esterno verde, spinoso, rigido ma, all'interno doveva proteggere un cuore tenero e sensibile; in più, doveva avere un tono di viola come erano gli splendidi occhi della ragazza. Da questo amore non condiviso nacque il carciofo.    

La settima arte ne immortala le qualità nell'indimenticabile "carosello" con Ernesto Calindri. L'attore è filmato seduto tranquillamente ad un tavolino nel centro di un trafficato incrocio, beve il suo Cynar per combattere il logorio della vita moderna
Carosello

Un semplice ortaggio eppure quanti eventi lo hanno visto protagonista, ed io che lo pensavo solo in cucina.
Il mio desiderio è riuscire riconoscere dei buoni prodotti, quindi è giusto dare un consiglio per l' acquisto?
Per riconoscerne la freschezza: premere il carciofo con indice e pollice, se oppone resistenza, e non si schiaccia ma rimane sempre turgido è sicuramente fresco.


Ora che abbiamo comperato dei bei carciofi freschi, ecco una ricetta datami dalla mia amica Elvira. I carciofi devono essere freschi altrimenti la cottura esalterà un sapore di fieno, poco gradevole.

Porzione di sformato di carciofi, patate e riso

Teglia di patate, carciofi e riso.
150 gr. di riso (da dividere in due)
800 gr. patate tagliate a fettine sottili
5 grossi carciofi tagliati a fettine
Parmigiano grattugiato
prezzemolo
1 cipollotto fresco ( in mancanza, può andare bene anche una cipolla bianca)
aglio
pepe, sale qb
olio di oliva extravergine
1 l. di  brodo vegetale

Ingredienti










Preparo il brodo vegetale con gli scarti dei carciofi ben puliti e lavati (foglie esterne, gambi duri), prezzemolo, patata (anche le parti di scarto sempre ben lavate), aglio, cipolla; salo poco e faccio cuocere per circa un'ora.


Btodo vegetale di carciofi

Pulisco i carciofi dalle parti più dure e se ci sono spine elimino anche quelle. Elimino anche l'eventuale barba all'interno del carciofo con un cucchiaino. 
Taglio della parte più dura delle foglie senza eliminare la parte già tenerea



Carciofi puliti 




















Sbuccio e taglio a fettine sottili le patate con una mandolina.
Taglio i carciofi a metà e poi a fettine sottili

Strato di patate e riso

 In una pirofila unta di olio faccio un primo strato con le fette di patate, le cospargo con metà dose di riso crudo; ricopro con uno strato di fettine di carciofo. Taglio il cipollotto a fettine sottili e le aggiungo sopra ai carciofi. Condisco con parmigiano, prezzemolo tritato, pepe, aglio ed un filo di olio.

 
Primo strato completo




Ripeto tutti gli strati: patate, riso, carciofi, parmigiano e gli aromi.

Termino con uno strato di fette di patate, condisco con prezzemolo, aglio, pepe e parmigiano.


Come aggiungere il brodo senza rovinare gli strati


In un angolo della teglia verso il brodo fino ad raggiungere l'ultimo strato: Si deve intravedere il brodo sotto il parmigiano.
Copra la pirofila con carta stagnola.
Inforno a 180° per 1 ora. Dopo 40 minuti tolgo la stagnola e continuo la cottura in modo che possa ben gratinare. 


Teglia riso, patate e carciofi

Prima di consumare lo sformato aspettare 1 ora circa in modo che si intiepidisca e i sapori si amalgamino bene.

Con questa ricetta partecipo al Giveway di Cardamomo & Co.


Alla prossima
Ciao

5 commenti:

  1. Uhhh... che bello!! un post artistico sul carciofo!!! Ma dove hai scovato tutto quello che vedo? La tiella di carciofi è ottima, la faccio anch'io, in modo un po' diverso... ma quella è :) Buona Pasqua, anche se mia madre mi diceva che il venerdì santo non si danno gli auguri :D

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    1. Grazie per il complimento; quando in cucina mi sento un po' stanca il mio estro poetico affiora ed ecco cosa ne viene fuori; per fortuna a qualcuno è piaciuto. Si vede che amo i carciofi vero? Grazie per gli auguri che in qualsiasi momento sono ben accetti e contraccambio di cuore a te e a tutta la tua famiglia. Ciao

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  2. Ciao Stefania, grazie per lo splendido post, l'ho letto con interesse e con grande piacere in quanto anch'io adoro pazzamente il carciofo...si tratta del mio ortaggio preferito e lo amo preparato in tutti i modi possibili immaginabili, il tuo sformato è assolutamente da provare, la madre di una mia amica ne prepara uno simile ma il tuo brodo, realizzato anche con gli scarti dei carciofi è secondo me ancora migliore e conferisce alla preparazione un sapore unico:))bravissima, complimenti, e grazie mille per la ricetta:)
    un bacione e i miei miglior auguri per una felice e serena Pasqua a te e famiglia:)
    Rosy

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, il brodo fatto con gli scarti da un sapore più intenso che ritrovi poi nello sformato. Grazie, sono contenta che il post ti sia piaciuto. Contraccambio gli auguri di buona Pasqua a te e a tutta la tua famiglia. Ciao.

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