Il tempo,
nei giorni scorsi, non è stato tra i migliori e noi ne abbiamo approfittato. Il
mare era decisamente da scartare, troppo vento e temperatura, per me,
decisamente troppo fredda. Alternativa, c'è sempre un'alternativa, e stavolta è
stata molto piacevole e ispiratrice. Una scampagnata tra i campi che circondano
la mia città.
Pianta di sivone |
L'acqua caduta, poca, ma sufficiente per far crescere qualche
deliziosa pianta di cicoria selvatica e di sivoni, non tanti, ma abbastanza per
poter preparare "Fave e foglie"
Fave e foglie in piatti di ceramica di Grottaglie |
È un
piatto che ricorda periodi in cui ci si doveva accontentare di ciò che la
natura offriva; un tempo in cui la carne era un lusso per i più; in cui i
legumi erano il piatto forte che permetteva di non ammalarsi, un cibo
sostanzioso e che sazia molto.
Una pietanza, oggi, che è presentata nei
ristoranti come una chicca; vanto dei cuochi che con orgoglio la propongono in
menù di prestigio.
Ho imparato
a cucinare questo piatto grazie alla mamma di mio marito, massafrese doc,
ancora ligia alle tradizioni tramandatale dalla sua mamma e dalla suocera. Una
maestra di tutto rispetto.
Come ben sapete io lombarda trapiantata in Puglia ho cercato di far convivere gli usi di entrambe le regioni; non poteva mancare nel mio bagaglio questa illustre ricetta e con soddisfazione posso dire di essere riuscita a proseguire nella tradizione di famiglia.
Come ben sapete io lombarda trapiantata in Puglia ho cercato di far convivere gli usi di entrambe le regioni; non poteva mancare nel mio bagaglio questa illustre ricetta e con soddisfazione posso dire di essere riuscita a proseguire nella tradizione di famiglia.
Tornando
alla preparazione, oggi il modo di cucinarlo è un po' cambiato. Ormai in pochi
possono permettersi un focolaio su cui mettere a cuocere per alcune ore una
'pignata' che pippa dolcemente accarezzata dal fuoco indiretto, al cui interno
le fave, con alcune patate, in acqua e sale, cuociono dolcemente fino a
rendersi talmente tenere da poter essere spappolate con un cucchiaio di legno e
tanto olio di gomito da parte della massaia, il cui vanto era 'non trovare
nemmeno un granello di fava'.
Oggi tra il tempo che non è mai abbastanza, le cucine ultra moderne e attrezzatissime, le pentole che cuociono da sole, il purè di fave lo si prepara anche con la pentola a pressione o per le più irriducibili con una normale pentola facendo però molta attenzione che non attacchino al fondo; garantisco il sentore di bruciato si sente davvero tanto. Anche all'olio di gomito si può ovviare con un buon mixer ad immersione... a volte è davvero bella e comoda la tecnologia.
Oggi tra il tempo che non è mai abbastanza, le cucine ultra moderne e attrezzatissime, le pentole che cuociono da sole, il purè di fave lo si prepara anche con la pentola a pressione o per le più irriducibili con una normale pentola facendo però molta attenzione che non attacchino al fondo; garantisco il sentore di bruciato si sente davvero tanto. Anche all'olio di gomito si può ovviare con un buon mixer ad immersione... a volte è davvero bella e comoda la tecnologia.
Per chi non
avesse la possibilità di reperire le verdure selvatiche ci si può accontentare
di bietoline a gambo sottile (le erbette) e cicorie non cimate in proporzione
di 1a2 per diminuire il sapore amaro della cicoria ma, se si ama il gusto
amarognolo si può usare solo cicoria. Eviterei di usare solo la bietola perchè
non si crea contrasto tra fave dolciastre e bietoline anche loro dolciastre; ma
non è vietato.
Il pepe, nel
purè di fave non viene messo, è un di più, anzi, quando qualcuno esagera, c'è il detto "mette
il pepe anche nelle fave bianche".
Fave fresche con baccello |
Fave secche con ancora la pelle sul seme |
Le fave
bianche non sono una particolare specie di
Fave spezzate |
fave, ma le comuni fave, private
del baccello e messe a seccare intere, su stuoie, al sole;
ormai secche sbucciate e divise in due. Un lavoro lungo che le donne nei tempi passati facevano
nel tardo pomeriggio estivo, quando il caldo incominciava a diminuire;
lavoravano e chiacchieravano tra loro; in compagnia passavano il tempo e
preparavano le fave per l'inverno.
Naturale
accompagnamento di questa pietanza sono i peperoncini (friggitelli) fritti, fette di cipolla rossa spurgata in acqua
(ma molti la usano al nature), cipollotti freschi; io personalmente evito i
cipollotti, hanno un sapore ed un odore troppo intenso, da 'alito che uccide'.
Cipolla rossa di Acquaviva. Forma appiattita, di grosse dimensioni, può raggiungere anche 500 gr. di peso. Di colore rosso violaceo e di sapore dolce |
Per
condire le verdure ed il purè è di rigore il saporito olio di oliva
extravergine pugliese.
Il purè
di fave, come quello di patate raffreddandosi diventa più compatto,
riscaldandolo ritorna morbido, se ciò non accadesse aggiungere poca acqua.
Si usa
consumarlo caldo quando ancora è morbido. Raffreddato lo si può riutilizzare
come detto sopra riscaldandolo con poca acqua, o, facendo stufare una cipolla
fresca (spunzali) in olio di oliva, aggiungere il purè di fave, un goccino di
acqua e rimescolare accuratamente. Si servono al naturale o con un contorno di
verdure di campagna, naturalmente con una fetta di pane pugliese che completa
il tutto.
Andiamo a
preparare
Fave e foglie con verdura coltivata |
Fave e foglie (4p)
300 gr. fave bianche
2 patate circa 150 gr
1,500 gr. verdura mista di
campagna: cicoria selvatica e sivoni (a me piace avere molta verdura)
sale
olio di oliva extravergine
pugliese
cipolla di Altamura messa a
bagno in acqua fredda
peperoncini verdi e rossi
fritti*
Gli ingredienti con il simbolo
(*) sono
alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono
avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario
dell'Associazione Italiana Celiachia, o riportare la scritta "senza
glutine"
"Ho segnato con l'asterisco i peperoncini
fritti per ricordare che se avete a pranzo un celiaco occorre fare attenzione
all'olio di frittura. Per friggere ed evitare di contaminare usare sempre olio nuovo
e pentola pulita."
Fave secche |
La sera prima controllo le
fave e se trovo ancora qualche buccia la elimino, le sciacquo e le metto in una
coppa piena di acqua fredda per farle reidratare.
Fave a mollo |
La mattina dopo le sciacquo bene e le metto a
cuocere in una pentola dal fondo spesso, aggiungo le patate sbucciate e
tagliate a pezzi, acqua fino a coprire le fave, salo e inizio la cottura che
deve durare circa un paio d'ore. Schiumo quando si forma in superfice la
schiumetta tipica dei legumi.
Fave e patate, inizia la cottura |
Posso usare anche la pentola a pressione;
procedo come sopra mettendo le fave, le patate, l'acqua appena sopra le fave e
il sale. Chiudo le pentola a faccio arrivare al fischio. ATTENZIONE le fave
otturano facilmente la valvola, quindi porre la pentola su un fuoco molto
dolce; eviteremo che si attacchino al fondo e che otturino la valvola della
pentola. Tempo di cottura circa 25 min. dall'inizio del sibilo.
Le fave non dovrebbero essere mai toccate, ma io
preferisco sempre controllare con un cucchiaio di legno se in cottura tendono
ad attaccarsi al fondo. Non occorre controllare se la cottura è in pentola a
pressione.
Mentre cuociono le fave prepariamo la verdura.
Pulisco da terra e foglie appassite la verdura, la
lavo accuratamente e la lesso in acqua salata fino a che risulta tenera. La
scolo solo al momento di impiattare così resta calda.
Le fave sono cotte e non si sono appiccicate
alla pentola, l'acqua deve essere assorbita completamente o quasi,
un'inezia tanto per essere precisi, quel tanto da permettere al composto di
rimanere morbido e non troppo compatto, altrimenti si ferma in gola, in questo
caso la verdura aiuta e non poco.
Fave cotte, inizio a lavorarle con un cucchiaio di legno |
Con un cucchiaio di legno incomincio a lavorarle per romperle il
più possibile ma poi, per evitare di trovare pezzetti di fava uso il mixer ad
immersione per renderle belle lisce.
Purè di fave liscio liscio |
Condisco con olio di oliva, senza
esagerare, basta un filo e continuo a mescolare energicamente.
Impiatto.
Metto nel piatto la verdura lessa, scolata e
calda, condisco con un giro d'olio d'oliva e vicino o sopra le verdure metto il
purè di fave.
Servo con pane, peperoncini fritti e cipolla rossa
di Acquaviva.
Per gli amanti della cipolla il 22 e 23 Luglio – XIX FESTA DELLA CIPOLLAROSSA DI ACQUAVIVA DELLE FONTI
Un piatto che porta indietro nel tempo e una lettura in cui ritrovo le parole di mia nonna quando mi spiegava i passaggi per un buon purè di fave. Tu lo prepari in modo impeccabile con particolare cura nella scelta degli ingredienti: l'uso della cicoria selvatica raccolta nei campi e della cipolla di Acquaviva danno al piatto una marcia in più!
RispondiEliminaComplimenti e ... alla prossima!
^_^
Gazie Sara. Mi fa piacere che questa ricetta ti abbia riportato alla mente ricordi piacevoli.
RispondiEliminaSarà felice mia suocera, pare abbia imparato bene i suoi insegnamenti. Ciao dalla prossima. Stefania.