Alcune
ricette tradizionali, da sempre nella mia famiglia, tramandate da madre a
figlia, purtroppo non posso più usarle nella loro integrità; ma non per questo
le voglio rinnegare. Mi hanno servito fino a qualche mese fa, portando onore e
prestigio alla mia tavola. Pertanto ritengo che debbano fare parte di questa
mia raccolta di ricette anche se personalmente le dovrò trascurare; ciò non
significa che le dimenticherò, anzi ho già provveduto a curare la loro
riproduzione con farine tali da non nuocere alla salute.
A me è sembrato
strano, ma c'è qualcuno che mi segue, e, che mi ha chiesto di scrivere gli
ingredienti e il procedimento di alcune di queste ricette tradizionali
dicendomi "va bene, non le puoi più preparare ma almeno scrivici la
ricetta ed il procedimento" ed eccomi qui pronta.
Ho gia
presentato le cartellate natalizie, le pettole della vigilia ed ora ecco i taralli con le uova ricopreti di
glassa per la Pasqua.
La
preparazione dei taralli è piuttosto lunga, occorrono circa 2 giorni perchè tra
un passaggio e l'altro occorre un tempo di riposo ed asciugatura di almeno 12
ore. Ho sempre ammirato le signore che impastavano a mano; è un lavoro
impegnativo e faticoso perchè la pasta va lavorata energicamente e a lungo fino
ad ottenere in impasto abbastanza compatto, elastico e setoso.
Per
tradizione si uniscono tanti pizzichi di sale quante sono le uova, onestamente
il motivo per cui ad uovo occorra un pizzico di sale non lo conosco e nemmeno
mia suocera, da cui deriva la ricetta, me lo ha saputo spiegare.
Mangiare i taralli, con o senza, glassa accompagnati dal cioccolato delle uova pasquali è una sensazione fantastica, non finirei mai di mangiarne.
Taralli con le uova ricoperti di glassa
Per i taralli:
1
kg farina 00
9
uova grosse
100
gr. di olio di oliva extra vergine
100
gr. di zucchero
9
prese di sale
1
bicchierino di anice
1
bustina di lievito per dolci
Per la glassa
1
kg di zucchero
acqua
qb
1
bicchierino di anice
1
albume
Sbattere
con un frustino a mano le uova con lo zucchero e il sale.
Miscelare
la farina al lievito (in origine era solo del bicarbonato), unire l'olio, il liquore ed
aggiungere le uova sbattute.
Impastare
bene, io impasto con la planetaria, fino a che non diventa compatta, elastica e
vellutata.
Continuare
ad impastare sul piano del tavolo fino a quando non assume un aspetto setoso.
Coprire la pasta e lasciarla riposare per circa 30 min.
Trascorso
il tempo, con piccoli pezzi di pasta formare dei filoncini di circa 2-3 cm di
diametro; con questo formare un tarallo con un bel buco al centro; i taralli si
gonfieranno e il foro centrale si ridurrà. Chiudere bene il tarallo in modo che
non si possa aprire durante la fase di bollitura. Mia suocera mi raccontava che
sua madre e sua suocera usavano una
grossa chiave per bloccare la giuntura del tarallo.
Quando
tutti i taralli sono pronti procediamo a bollirli o come si dice in dialetto a
scaldarli, cioè l'acqua deve solo fremere e mai bollire.
In
una pentola mettere l'acqua fredda e portala a quasi bollore, non va salata ne
zuccherata, solo acqua. Importante: durante la cottura dei taralli non deve mai
prendere bollore, se questo dovesse accadere, bloccare il bollore con un po' di
acqua fredda.
Inserire nell'acqua i taralli, pochi alla volta, due al massimo
tre , non rimestare, accertarsi solo che non si siano attaccati al fondo, sono
pronti quando salgono in superficie (devono salire da soli) e galleggiano.
Scolarli con una schiumarola e porli su uno strofinaccio pulito. Coprirli con
un altro strofinaccio e lasciarli tutta la notte ad asciugare.
Il
mattino successivo, tagliare ogni tarallo lungo tutta la circonferenza,
facendo attenzione a non tagliare anche la parte interna vicina al buco
centrale.
Sistemare
i taralli in una teglia e cuocerli in forno nel ripiano centrale a 200° per i
primi 10 min poi abbassare la pemperatura a 180° per i successivi 30 min. (i
tempi sono orientativi perchè dipende molto dai forni)
Per la glassa:
Fuori
dal fuoco, in un tegame mettere lo zucchero e tanta acqua quanta ne occorre per
far sciogliere lo zucchero, ma facendolo rimanere denso.
Spostare
la pentola sul fuoco, sempre mescolando, fino a quando lo zucchero comincia a
bollire e gonfiarsi.
Montare
l'albume e aggiungerlo allo zucchero caldo.
Questa
cremina bollente la si deve montare con le fruste elettriche fino a quando e diventata una crema densa.
Fare
la prova con un tarallo: intingere un tarallo nella crema, se questa non
scivola è pronta, altrimenti continuare a montare.
Aggiungere
sempre montando con le fruste l'anice.
Intingere
tutti i taralli nella glassa.
Lasciarli
asciugare bene per almeno un giorno, la glassa deve indurirsi completamente.
Alla prossima
Ciao
Ciao Stefania, sai che conosco i taralli in versione salata e ho avuto modo di assaggiarli mentre ignoravo questa versione dolce..mi piace tantissimo e le tue spiegazioni come sempre estremamente dettagliate e precise mi invogliano a cimentarmi nella loro realizzazione, mi incuriosisce davvero assaggiarli, devono essere buonissimi, complimenti, bravissima come sempre:))
RispondiEliminaun bacione:))
Rosy
Questa è una ricetta tipica di questi luoghi,ce ne sono di simili in tutto il meridione, ma con piccole varianti per ognuna zona. Non sono salati, ma neppure dolci nel vero senso della parola, quel poco zucchero abbinato alla notevole quantità di sale ne fanno un prodotto che ben si accompagna ad altre preparazioni senza diventare stucchevole, ad esempio il cioccolato. Ti ringrazio sei sempre molto cara. Spero siamo di tuo gradimento, è un piacere condividere queste ricette che stanno diventando di nicchia, e sempre più spesso delegate a panifici e pasticcerie. Grazie per essere passata di qui. Ciao
RispondiEliminaChe belle queste ricette della tradizione!! Molto interessanti, voglio provarli. Ciao
RispondiEliminaSono davvero felice che ti sia piaciuta. Sono particolari proprio come il periodo festivo acui sono dedicati. Ne sono una gran ammiratrice purtroppo :-) Grazie d'essere passata da qui, è stato davvero un piacere risentirti. Ciao
EliminaChe bella ricetta, la cerco da anni. Grazie.Carla Magaletti
RispondiEliminaSono davvero felice che ti sia piaciuta. Spero di rileggerti presto. Ti auguro una serena e felice Pasqua. Ciao
EliminaQuest'anno li faccio di certo, nel caso ti avviso 😉
RispondiEliminaAspetto di sapere se ti sono piaciuti. Buon divertimento e buon lavoro 👍Buona domenica😘 Ciao
EliminaGrazie domani la faccio, per rallegrare un po'questa Pasqua. Tanti auguri!
RispondiEliminaTanti auguri a te 💗. Grazie per essere passata. Ciao
EliminaScusa se disturbo, mi potresti dire all'incirca quanto sono di diametro? Per avere una idea. Grazie!
RispondiEliminaNon disturbi affatto, anzi è un piacere. All'incirca hanno un diametro di 9 - 10 cm., e uno spessore di pasta di 3 cm circa. Ciao
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