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lunedì 11 novembre 2013

Crostata di marmellata d'uva e uva



Come di consueto, avevo deciso di iniziare il post con un’immagine che ne riprendesse l’argomento trattato; l’idea era di far vedere una stupenda vigna che c’è proprio nei pressi del luogo in cui vivo. Poi mi sono ricordata che proprio li vicino c’era una cosa ben più degna di essere mostrata e di cui dovremmo tutti essere fieri d’avere. Vi sto parlando del Dolmen di Leucaspide o di San Giovanni.
Un dolmen, come forse molti sapranno, è una costruzione megalitica, cioè composta da grandi blocchi di pietra tenuti insieme senza l’impiego di leganti come malta o cemento. A molti saranno subito venuti in mente quelli del famoso sito inglese di Stonehenge. Sono certamente dei monumenti ricchi di fascino che rimandano la fantasaia ad epoche remote e arcane. Infatti queste particolari costrruzioni  risalgono all’età preistorica e gli studiosi sono tuttora incerti su quale funzione essi avessero; quasi certamente  i dolmen furono luoghi di sepoltura o comunque legati a culti religiosi.
Certo quello di Massafra è un piccolo dolmen, che non può gareggiare con i ben più famosi bretoni ed inglesi. Tuttavia esso, agli inizi del ‘900, attirò l’attenzione proprio di una colta  viaggiatrice inglese di nome Janett Ross. Costei era venuta in Puglia per studiare i luoghi in cui era vissuto Manfredi di Svevia, ma poi affascinata dalle gravine e dalla civiltà rupestre, decise di prolungare  il suo soggiorno nel territorio di Massafra. Qui fu ospite, presso la Masseria di Leucaspide, proprietà di James Lacaita, un italo – britannico; secondo alcuni commentatori dell’epoca una spia inglese.





Il freddo ancora tarda a venire, ma sarà questione di poco ormai. Anche se siamo a fine stagione ho avuto il picere di gustare dell’uva docissima: gradito dono di una coppia di amici, che con un po’ di rammarico mi hanno ricordato che questa è l’ultima della astagione.
Che cosa farne? Certo mangiarla. Ma considerato che, fino alla prossima estate non rivedrò più un chicco d’uva, ho pensato di destinare un po’ di questi ultimi grappoli per qualcosa di speciale: una bella crostata di marmellata di uva ricoperta di chicchi d’uva.
Una torta così, però, sarebbe sembrata davvero un po’ troppo estiva, anche per un autunno stranamente caldo come quello di quest’anno. Così, per diminuire il senso di freschezza dell’uva cruda, ho pensato di guarnire la torta prima di metterla in forno, così da far appassire la frutta durante la cottura e, per far si che si colorisse facilmente, l’ho spolverata con dello zucchero di canna. Il risultato è stata una crostata con dei dolcissimi chicchi d’uva caramellati.



mercoledì 28 agosto 2013

Confettura di uva


Ed ecco la seconda marmellata. Il pomeriggio di divertimento è stato il prologo di un’altra preparazione dolce.









Questa volta ho preparato la confettura in due diverse tipologie; la classica marmellata da spalmare sul pane, da consumarsi in apertura di giornata, e poi ho preparato un confettura molto più densa, portata al limite della caramelizzazione che adopererò per la preparazione di alcuni dolci tradizionali natalizi.
Ho usato l’uva nera priva di noccioli, e questo è stato meraviglioso perché non ho dovuto togliere ad ogni acino i nocciolini prima di mettere in cottura.

Questa confettura ha dato già dall'inizio della sua preparazione l’impressione di lavorare con delle ciliegie invece che di uva. Anche da spalmata su una fetta biscottata trae in inganno; poi la mangi e la sorpresa è dolcissima.



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