venerdì 5 luglio 2013

POLENTA



Lago di Como
                                           

Il primo post è dedicato al mio paese natale, su lago di Como, ed in particolare ai miei nonni che caratterizzavano le vacanze estive. 
Sulla loro tavola era onnipresente una bella polenta fumante. I contorni (che poi contorni non erano ma dei veri e propri secondi piatti) erano tra i più vari ma la polenta era sempre la protagonista incontrastata del pranzo. 
La polenta non era solo un piatto da portare in tavola ma un rituale che la nonna portava avanti da sempre; la scelta della legna giusta, più profumata che l' avrebbe aromatizzata; la cottura sul fuoco della cucina di ghisa a legna, nel paiolo ormai annerito, sempre rimestando con il  bastone di legno dedicato solo alla polenta. 
La crosticina croccante che si formava ai bordi del paiolo veniva regolarmente staccata e data a noi piccoli. 
In attesa del pranzo, la nonna preparava per ciascuno, una ciotola di latte in cui metteva una cucchiaiata di polenta caldissima ormai quasi pronta: Il latte si scaldava e noi, attente a non scottarci con la polenta ancora calda, la mangiavamo come fosse un antipasto. Non ricordo d'aver più mangiato polenta e latte così buona.  Probabilmente non dipendeva né dalla polenta né dal latte ma solo dal momento.
Quando la nonna rovesciava la polenta sulla "basla o basleta come si diceva in famiglia" 
Basla - piatto per accogliere la polenta



                                             

(piatto tondo intrecciato) iniziava la festa, noi con il nostro piatto proteso che aspettavamo la nostra fetta e ciò che la accompagnava. 
Il nonno Paolo, ottimo pescatore, non ci faceva mai mancare i pesit, che la nonna Carolina cucinava in carpione o gli Agoni, che in estate salavano ed essiccavano al sole. Gli Agoni secchi, grigliati, sfilettati e conditi con olio, aceto e sale erano una delizia con la polenta.

                                                 


POLENTA 
               

Ingredienti:

500 gr farina di granturco ( 250 gr. Bramata e 250 gr. Fioretto)
1,5 l. acqua
sale

procedimento:

Occorrerebbe un paiolo di rame non stagnato, ma in alternativa una pentola che conduca bene il calore va benissimo e poi non è pensabile di rinunciare a una buona polenta solo perché non si ha un paiolo ad hoc. 
Farina di mais versata a pioggia e rimestata con frustino di legno



Nella pentola mettere a bollire l'acqua, aggiungere il sale appena accenna il bollore; quando bolle portare la pentola fuori dal fuoco e versare a pioggia la farina mescolando accuratamente per non far formare i "frati" cioè i grumi che difficilmente si riuscirà a eliminare durante la cottura. Attendere sempre rimestando alcuni secondi fuori dal fuoco, fino a quando tutta l'acqua sia stata assorbita, quindi riporre sul fuoco e incominciare a rimestare con il cucchiaio di legno dal basso verso l'alto rigirando sempre la massa. Procedere sempre nello stesso verso. 


Polenta "tarata", cioè rimestata

Continuare la cottura per circa un'ora, o fino a quando si vede la polenta staccarsi dalle pareti della pentola. Ottimo è quando si riesce a preparare la polenta ed ottenere che anche la crosta si stacchi facilmente dalla pentola. Non sempre c'è dato di riuscirci, ma quando questo accade è festa perché la crosticina è terribilmente buona da sgranocchiare.
Raccogliere bene la polenta e rovesciare la pentola sulla basla in modo da farci cadere sopra la polenta. 

Abbinarla con salsicce al sugo o un salmì; la pucia (il sughetto) è di rigore per poter intingere (appunto puciare) la polenta.


Ho deciso, di aggiungere questa postilla per tutti coloro che desiderano preparare la polenta e incorrono in questi problemini che possono facilmente essere risolti in poche brevi mosse. 

Se la polenta dovesse essere troppo dura si scalda in un pentolino dell'acqua e la si aggiunge gradatamente, versandola lungo il bordo della pentola, dopo aver formato un buchetto nella polenta, e rimestando per farla assorbire.
Se invece è troppo lenta aggiungere altra farina sulla superficie, facendo attenzione ad incorporarla senza creare grumi . Si aggiunge farina fino a quando la consistenza è decisamente più solida; bisogna tenere presente però che la cottura deve continuare per cuocere anche la nuova farina e che nel frattempo altra acqua evaporerà nella cottura.
Se il sale è poco, diluire la quantità necessaria in poca acqua calda e versare il tutto sul bordo della pentola, amalgamare e portare a cottura.
Se è troppo salata, purtroppo non ho un rimedio. 


Con questa ricetta partecipo al Giveway di Cardamomo & Co.

Alla prossima

Ciao

9 commenti:

  1. Se mentre la polenta sta cuocendo mi accorgessi che si sta solidificando troppo, cosa dovrei fare?

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    Risposte
    1. Ti ringrazio tanto per aver dato voce ai tuoi dubbi. Mi rendo conto solo adesso che non ho dato soluzione ai problemini che potrebbero incorrere a chi non è pratico nella preparazione della polenta.
      Se la polenta dovesse essere troppo dura si scalda in un pentolino dell'acqua e la si aggiunge gradatamente, versandola lungo il bordo della pentola dopo aver formato un buchetto nella polenta, e rimestando per farla assorbire.
      Se invece è troppo lenta aggiungere altra farina sulla superficie, facendo attenzione ad incorporarla senza creare grumi . Si aggiunge farina fino a quando la consistenza è decisamente più solida; bisogna tenere presente però che la cottura deve continuare per cuocere anche la nuova farina e che nel frattempo altra acqua evaporerà nella cottura.
      Se il sale è poco, diluire la quantità necessaria in poca acqua calda e versare il tutto sul bordo della pentola, amalgamare e portare a cottura.
      Se è troppo salata, purtroppo non ho un rimedio. 
      Spero d'esserti stata d'aiuto. Sarà un piacere rileggerti. Ciao

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    2. Grazie Stefania per il chiarimento. Metterò subito in pratica i tuoi consigli.

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  2. molto interessante ....qualcuno sa dove e' possibile comprare la "BASLA"?
    grazie per l' aiuto

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    Risposte
    1. Io sono riuscita a trovarla in un paesino della Valtellina sulle rive del lago di Como, qui ancora si usa preparare la polenta e sistemarla sul piatto intrecciato, però nel Veneto si usa sostemarla su un piatto o tagliere rotondo in legno.
      Non so se online la si può trovare?
      Tiringrazio per essere passato di qui e spero di risentirti.
      Ciao

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  3. per caso ti ricordi come si chiama il paese? oppure sai darmi qualche indicazione in piu'???
    grazie mauro

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    1. Premetto che l'ho acquistato circa 10 anni fa.
      Il paese è Varenna; vicino al pontile c'era un mercatino e qui una signora li vendeva.
      Spero d'esserti stata d'aiuto.
      Alla prossima
      Ciao

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    2. ok grazie, dalle mie parti sul lago maggiore in provincia di varese il piatto per accogliere la polenta in dialetto si chiama gardiscett (non sono sicurissimo si scriva cosi) ma non riesco a trovarlo....e' molto utile ... infatti quando si versa la polente rimane staccata dal tavolo e non fa condensa...e' fatto con legno di nocciolo o castagno.
      ciao

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Stefania

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