Mele cotogne |
La mela cotogna è un frutto che pare essere
stato dimenticato. Dopo un periodo in cui ha vantato uno glorioso successo,
oggi è stata letteralmente soppiantata dalle più dolci e succose mele. È in
effetti un frutto non semplice: il suo gusto acidulo, astringente, il suo
aspetto bitorzoluto e di non facile manipolazione non la rendono molto popolare.
Nonostante fosse, come narra la leggenda, il simbolo di Venere, la quale al
tempo degli dei, nei banchetti nuziali la offriva come buon auspicio e simbolo di
fecondità, oggi ha perso gran parte del suo smalto: nessuno la consuma più come
semplice frutto, perdendo di interesse dal punto di vista commerciale, ed è
rimasta relegata solo alla cucina. È utilizzata in particolare per preparazioni
di marmellate, cotognate e per la produzione di un liquore; inoltre, grazie
alla sua ricchezza di pectine, è impiegata come addensante naturale.
Confettura di mele cotogne e formelle di cotognata |
Cucinata, la mela cotogna perde il suo sapore
aspro, diventando dolce e armoniosa, tanto da ricordare il miele. Il gusto
acido di questo frutto non deve trarre in inganno: la percentuale di zucchero
contenuta da una mela cotogna non è bassa, ma diversamente da altri frutti,
quello della cotogna è uno zucchero che si presenta con una catena molecolare
più lunga; è questa una particolarità che lo rende non facilmente apprezzabile
dalle nostre papille gustative. Attraverso la cottura le lunghe catene
glucidiche del frutto crudo vengono rotte, facendo sì che la polpa della mela
cotogna acquisti un sapore più dolce e aromatico.
Gli effetti della cottura sulla mela cotogna
non si limitano al sapore. Se magiata cruda, essa può provocare una spiacevole
stitichezza; mangiata cotta, al contrario, sviluppa proprietà lassative: comoda
vero?
Non esiste una sola varietà di mela cotogna:
alcune sono piccole, profumate, ma decisamente più aspre e dure, altre invece sono
più grandi, lisce, più succose e dolci.
Quando è ben matura, la cotogna ha un profumo
davvero piacevole. Per questa virtù essa risulta essere un ottimo deodorante:
un tempo infatti si usava sistemare una mela cotogna negli armadi, così da
profumare la biancheria. Posso comunque assicurare che funziona anche per spazi
più ampi: posta su un termosifone durante i mesi invernali sprigiona un
delizioso profumo nell’ambiente.
Con tutte queste magnifiche qualità mi sembra
addirittura svilente ridurla in marmellata;
ma è appunto ciò che vado a preparare. Quest’anno ho trovato delle mele
cotogne davvero splendide, grosse e intatte.
Il profumo che ho in cucina già da solo appaga per il
lavoro che occorre fare. È una marmellata che occorre curare da vicino perché
tende facilmente ad attaccare.
Colazione con confettura di mele cotogne |
Confettura di mele cotogne
1 Kg di
polpa di mele cotogne
900 gr. di
zucchero semolato
100 gr di
zucchero di canna
1 stecca di
cannella
50 gr di
acqua
Lavo i barattoli e le
capsule che chiuderanno i barattoli; li sterilizzo in acqua che porto a
ebollizione per 20 min. Li tengo nell'acqua bollente fino al loro utilizzo.
Lavo bene le mele, strofinandole per togliere impurità
e la peluria che le riveste. Le sbuccio:
con un pelapatate è più facile; le taglio in quarti e le pulisco dai semi. Le
taglio a pezzettini.
Metto la polpa in una pentola con l’acqua. Pongo la
pentola con coperchio sul fuoco medio basso e porto a cottura, controllo spesso
per evitare che attacchino sul fondo.
Dopo circa 30 – 40 min la polpa risulta tenera e si sfalda.
Per chi ama una marmellata priva di pezzetti, a questo
punto, passare le mele con un passaverdura a fori sottili; a noi invece piace
trovare dei pezzettini di mela quindi salto questo passaggio.
Purea di mele cotogne con zucchero e cannella |
Aggiungo alle mele cotte lo zucchero semolato e quello
di canna, il pezzetto di cannella spezzettato. Continuo la cottura fino a
quando il composto diventa rossiccio e abbastanza denso tanto da superare la
prova piattino: cioè verso una goccia di marmellata su un piattino freddo. Se
la marmellata scivola e non si addensa, deve cuocere ancora un po’, altrimenti
è pronta.
Pongo sul
piano di lavoro un sottopentola, il mio è di sughero, onde evitare che lo shock
termico dovuto alla marmellata bollente e il freddo del piano possano provocare
la rottura del vasetto. Scolo i vasi e senza mai toccare l’interno con le
mani e nemmeno con lo strofinaccio, li appoggio sul sottopentola e li riempio
con la marmellata bollente.
Incapsulo
e metto a bollire 10 min. Faccio raffreddare nell'acqua in cui hanno bollito.
Formelle di cotognata |
Ho alcune formine in ceramica e con queste ho voluto provare a fare delle formelle di marmellata, tipo cotognata. Ho inumidito leggermente le fornime e vi ho versato dentro la marmellata ben soda e ancora caldissima. Ho leggermente compattato il contenuto delle formine dando dei colpetti su uno strofinaggio ripiegato più volte su se stesso. Ho fatto raffreddare per un paio di giorni e poi con uno stecchino mi sono aiutata per sformarle.
Non
pensavo di riuscire a sformare delle formelle di cotognata. Invece con mio sommo
piacere ne ho ottenuto una decina che ho posto a seccare. Questa è una
cosa un po’ ardita visto il clima umido che imperversa in questi giorni. Le
formine di cotonata però piano piano stanno diventando sempre più compatte. Non
ho potuto fare a meno di assaggirne una, e il risultato è conforme alle
aspettative. Si mordono e sembrano delle gelatine ben sode.
Per fare
marmellata e formelle ho usato il doppio degli ingredienti indicati in ricetta.
Alla prossima
Ciao
Buon giorno carissima!!
RispondiEliminaHai ragione la mela cotogna e' caduta nel dimenticatoio e come hai ben dimostrato tu e' ottima anche come confettura... :)
Un abbraccio
That’s amore