La banda musicale per le vie di Taranto (Foto tratta da "Taranto Buona Sera") |
Il giorno di S. Cecilia è un giorno particolare per Taranto e per i suoi
abitanti. All’alba ci si sveglia al
suono delle note intonate dalla Banda musicale il "Complesso Bandistico Lemma città
di Taranto". È una consuetudine
ormai radicata da molti anni, proprio per onorare la Santa protettrice dei
musicisti. La banda percorre le strade della città suonando le pastorali scritte da musicisti tarantini. È un
ricordo dei pastori che, durante la transumanza, scendevano con i loro
greggi dal lontano Abruzzo fino alle nostre terre. Durante il loro tragitto
si accompagnavano con i tipici strumenti musicali: zampogne, cornamuse, ciaramelle. Arrivati
nella città si avventuravano tra i vicoli suonando i loro strumenti ed in cambio della loro musica ricevevano del
cibo: delle frittelle ottenute dalla pasta del pane, arrivate a noi come “Pettole”
A tal proposito ho rinvenuto una leggenda sull’origine
delle pettole:
“ Il giorno di Santa Cecilia, una donna si alzò come di consueto, per preparare l'impasto per il pane. Mentre l'impasto lievitava sentì un suono di ciaramelle, si affacciò e vide i zampognari che arrivavano. Come ipnotizzata da quella melodia scese per strada e si mise a seguire i zampognari per i vicoli della città.Quando tornò a casa si accorse che l'impasto era lievitato troppo e non poteva più essere usato per il pane, e che nel frattempo anche i suoi figli si erano svegliati e reclamavano la loro colazione.Senza lasciarsi prendere dalla disperazione, la donna mise a scaldare dell'olio e cominciò a friggere dei pezzettini di pasta che nell'olio diventavano palline gonfie e dorate che piacquero molto ai suoi figli, che con la loro tipica curiosità le chiesero: "Mà, come si chiaman'?(Mamma, come si chiamano)"- e lei pensando che somigliavano alla focaccia ( in dialetto detta "pitta") rispose: "pettel'" (ossia piccole focacce).Non ancora soddisfatti i figli chiesero: "E 'cce sont? (e cosa sono?)" - e lei vedendo che erano molto soffici rispose: "l' cuscin' du Bambinell" (i guanciali di Gesù Bambino).Quando finì di friggere tutto l'impasto, scese per strada coi suoi bambini, felici e satolli per offrire le pettole ai zampognari che con la melodia delle loro pastorali avevano reso possibile quel miracolo.”
Certo la leggenda a volte travisa la realtà, ma una cosa è certa, le donne di casa si alzavano sempre prestissimo e a forza di braccia impastavano acqua e farina con l’aggiunta di un pezzetto di lievito ottenuto dalla pasta cresciuta dell’impasto precedente. Era consuetudine, tra vicini scambiarsi il crescente al momento di impastare, in dialetto “u luat”. Non era difficile sentire di prima mattina, proprio in concomitanza della panificazione, odore di fritto: le mamme preparavano, con lo stesso impasto del pane, delle frittelle per la colazione dei loro piccoli.
Una cosa importante: è in corrispondenza con questa festa
che iniziano, nella zona, i preparativi per il Natale: qui l’Avvento inizia per
S. Cecilia.
Naturalmente le pettole non si preparano solo per S.Cecilia, ma ricorrono per tutto il periodo
Natalizio, scandendo le giornate di festa; l’Immacolata, le vigilie (Natale e
Capodanno) quando tutti i familiari e
amici si riuniscono in una grande
tavolata.
La ricetta è davvero molto semplice e con pochi ingredienti; sicuramente
molto vicina a quella del pane.
Pettole
250 gr farina di grano tenero 0
250 gr. Farina proteica (per panificazione)
5 gr. di lievito di birra
2 cucchiaini di zucchero
1,5 cucchiaini di sale
buccia grattugiata di limone
acqua (circa 300 gr. ma da valutare volta per
volta, dipende da quanto assorbe la farina)
olio di oliva per friggere
Pezzetto di lievito - è piccolo |
Impasto per lievitino |
Lievitino lievitato |
In una ciotola stempero il lievito in un cucchiaio d’acqua, unisco un cucchiaino di zucchero e 2 cucchiaini di farina, e impasto con un frustino fino ad ottenere una pasta liscia e fluida; se occorre aggiungere altra acqua fino ad ottenere la consistenza voluta. Faccio lievitare in luogo caldo per 15/20 min. Deve almeno raddoppiare il volume e iniziare a fare delle piccole bolle sulla superficie.
Impasto
Quando il lievitino è pronto, mischio le due farine
setacciate, le pongo nella ciotola, aggiungo lo
zucchero rimasto, il sale, il lievitino e l’acqua e impasto fino ad ottenere un
impasto liscio, appiccicoso e fluido ma non liquido. Lavoro fino a quando si
creano delle bolle. Copro e lascio lievitare fino a quando raddoppia il volume.
L’impasto non sarà duro, ma cremoso e pieno di bolle.
Pasta lievitata, si notano bene le bolle in superficie |
Pongo sul fuoco
una pentola per fritti alta, con olio e lo faccio riscaldare.
Pasta pronta per friggere, accanto si nota il bicchiere con l'acqua che adopero per bagnare il cucchiaio, in tal modo la pasta non si attacca al cucchiaio e non forma fili in cottura |
Rompo un poco l’impasto
e con un cucchiaio, prima immerso in acqua, prendo delle piccole pozioni di
pasta; la pasta a contatto con l’olio caldo si gonfierà e galleggerà. Le faccio
dorare, cercando di vincere la loro forza di volontà; sembra abbiano uno
spirito ribelle, non sempre ti
ubbidiscono quando le vuoi girare.
Cottura delle pettole |
Quando sono ben dorati le scolo e le pongo in un piatto
con carta assorbente a perdere il grasso
in eccesso.
Questa è la versione semplice, ma le si può preparare
ripieni. Prima di friggerli si inserisce
nella pettola il gusto desiderato: baccalà, cavolfiore, acciughe, olive, funghi,
pezzetti di formaggio; in pratica tutto quello che ci piace e amiamo trovarci
dentro. Per la versione dolce, dopo averle fritte, le si cosparge con zucchero
semolato o le si intinge nel vincotto o nel miele.
Pettole dolci con vincotto |
Alla prossima
Ciao
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Stefania