venerdì 22 novembre 2013

Pettole


La banda musicale per le vie di Taranto (Foto tratta da "Taranto Buona Sera")


Il giorno di S. Cecilia è un  giorno particolare per Taranto e per i suoi abitanti. All’alba ci si  sveglia al suono delle note intonate dalla Banda musicale  il "Complesso Bandistico Lemma città di Taranto".   È  una consuetudine ormai radicata da molti anni, proprio per onorare la Santa protettrice dei musicisti. La banda percorre le strade della città suonando le  pastorali scritte da musicisti tarantini. È un ricordo dei pastori che, durante la transumanza, scendevano con i loro greggi  dal lontano Abruzzo  fino alle nostre terre. Durante il loro tragitto si accompagnavano con i tipici strumenti musicali:  zampogne, cornamuse, ciaramelle. Arrivati nella città si avventuravano tra i vicoli suonando i loro strumenti ed  in cambio della loro musica ricevevano del cibo: delle frittelle ottenute dalla pasta del pane, arrivate a noi  come “Pettole”
A tal proposito ho rinvenuto una leggenda sull’origine delle pettole:
 Il giorno di Santa Cecilia,  una donna si alzò come di consueto, per preparare l'impasto per il pane. Mentre l'impasto lievitava sentì un suono di ciaramelle, si affacciò e vide i zampognari che arrivavano. Come ipnotizzata da quella melodia scese per strada e si mise a seguire i zampognari per i vicoli della città.
Quando tornò a casa si accorse che l'impasto era lievitato troppo e non poteva più essere usato per il pane, e che nel frattempo anche i suoi figli si erano svegliati e reclamavano la loro colazione.
Senza lasciarsi prendere dalla disperazione, la donna mise a scaldare dell'olio e cominciò a friggere dei pezzettini di pasta che nell'olio diventavano palline gonfie e dorate che piacquero molto ai suoi figli, che con la loro tipica curiosità le chiesero: "Mà, come si chiaman'?(Mamma, come si chiamano)"- e lei pensando che somigliavano alla focaccia ( in dialetto detta "pitta") rispose: "pettel'" (ossia piccole focacce).
Non ancora soddisfatti i figli chiesero: "E 'cce sont? (e cosa sono?)" - e lei vedendo che erano molto soffici rispose: "l' cuscin' du Bambinell" (i guanciali di Gesù Bambino).
Quando finì di friggere tutto l'impasto, scese per strada coi suoi bambini, felici e satolli per offrire le pettole ai zampognari che con la melodia delle loro pastorali avevano reso possibile quel miracolo.

 Certo la leggenda a volte travisa la realtà, ma una cosa è certa, le donne di casa si alzavano sempre prestissimo e a forza di braccia impastavano  acqua e farina  con l’aggiunta di un pezzetto di lievito ottenuto dalla  pasta cresciuta dell’impasto precedente. Era consuetudine, tra vicini scambiarsi il crescente al momento  di impastare, in dialetto  “u luat”. Non era difficile sentire di prima mattina, proprio in concomitanza della panificazione, odore di fritto: le mamme preparavano, con lo stesso impasto  del pane, delle frittelle per la colazione dei loro piccoli.
Una cosa importante: è in corrispondenza con questa festa che iniziano, nella zona, i preparativi per il Natale: qui l’Avvento inizia per S. Cecilia. 
Naturalmente le pettole non si preparano solo per  S.Cecilia, ma ricorrono per tutto il periodo Natalizio, scandendo le giornate di festa; l’Immacolata, le vigilie (Natale e Capodanno) quando tutti i familiari  e amici si  riuniscono in una grande tavolata.

La ricetta è davvero molto  semplice e con pochi ingredienti; sicuramente molto vicina a quella del pane.
 
Pettole e pettole dolci con vincotto


Pettole
250 gr farina di grano tenero 0
250 gr. Farina proteica (per panificazione)
5 gr. di lievito di birra
2 cucchiaini di zucchero
1,5 cucchiaini di sale
buccia grattugiata di limone
acqua (circa 300 gr. ma da valutare volta per volta, dipende da quanto assorbe la farina)
olio di oliva per friggere

 Lievitino

Pezzetto di lievito - è piccolo
Impasto per lievitino

Lievitino lievitato















In una ciotola stempero il lievito in un cucchiaio d’acqua, unisco  un cucchiaino di zucchero e 2 cucchiaini di farina, e impasto con un frustino fino ad ottenere una pasta liscia e fluida; se occorre aggiungere altra acqua fino ad ottenere la consistenza voluta. Faccio lievitare in luogo caldo per 15/20 min. Deve almeno raddoppiare il volume e iniziare a fare delle piccole bolle sulla superficie.



Impasto
Quando il lievitino è pronto, mischio le due farine setacciate, le pongo nella ciotola, aggiungo lo  zucchero rimasto, il sale, il lievitino  e l’acqua e impasto fino ad ottenere un impasto liscio, appiccicoso e fluido ma non liquido. Lavoro fino a quando si creano delle bolle. Copro e lascio lievitare fino a quando raddoppia il volume. L’impasto non sarà duro, ma cremoso e pieno di bolle.

Pasta  lievitata, si notano bene le bolle in superficie 

 Pongo sul fuoco una pentola per fritti alta, con olio e lo faccio riscaldare. 



Pasta pronta per friggere, accanto si nota il bicchiere con l'acqua che adopero per bagnare il cucchiaio, in tal modo  la pasta non si attacca  al cucchiaio e   non  forma fili in cottura 


Rompo un poco l’impasto e con un cucchiaio, prima immerso in acqua, prendo delle piccole pozioni di pasta; la pasta a contatto con l’olio caldo si gonfierà e galleggerà. Le faccio dorare, cercando di vincere la loro forza di volontà; sembra abbiano uno spirito ribelle, non  sempre ti ubbidiscono quando le vuoi girare.


Cottura delle pettole


Quando sono ben dorati le scolo e le pongo in un piatto con carta assorbente  a perdere il grasso in eccesso.
Questa è la versione semplice, ma le si può preparare ripieni. Prima di friggerli si inserisce  nella pettola il gusto desiderato:  baccalà, cavolfiore, acciughe, olive, funghi, pezzetti di formaggio; in pratica tutto quello che ci piace e amiamo trovarci dentro. Per la versione dolce, dopo averle fritte, le si cosparge con zucchero semolato o le si intinge nel vincotto o nel miele.


Pettole dolci con vincotto








Alla prossima
Ciao

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