Ci sono immagini che ti fanno spalancare gli occhi, aprire
il cuore per l’emozione. L’emozione in breve si trasforma in piacere ed
euforia. Questo è quello che ho provato quando ho visto attraccata al molo del
Castello Aragonese di Taranto la Nave Scuola Palinuro.
Questo è quello che inaspettatamente ho visto; lo spettacolo al tramonto era incantevole |
Sarà che sono sempre stata immersa in tutto ciò che è la
Marina Militare, il mio papà mi ha tramandato un amore quasi “filiale” per l’arma, anche solo una divisa mi fa affiorare piacevoli ricordi appartenuti alla mia
fanciullezza; sarà che è una bella nave; sarà che mi faccio influenzare dal
momento e me lo godo tutto, ma non posso fare a meno di inserire in queste
pagine la Nave Scuola Palinuro e un po’ della sua storia. Durante il periodo in cui si è fermata a Taranto hanno dato
la possibilità di visitarla, quindi io domenica mattina ne ho approfittato per
fare un giro a bordo!
Nave Scuola Palinuro e Castello Aragonese a Taranto |
La Nave Palinuro, come da descrizione della nave,
posta sul ponte, è una “Nave Goletta”, cioè una nave con tre alberi verticali:
trinchetto, maestra e mezzana, più un albero di bompresso sporgente a prora.
Sulll’albero di maestra ci sono vele “quadre” gli altri hanno vele di “taglio”
, in tutto ci sono 15 vele.
Lo scafo
come gli alberi, anche se danno l’impressione d’essere di legno sono invece in acciaio
chiodato. Sotto il ponte di coperta si trovano gli alloggi dell’equipaggio, la
cambusa, il locale macchina, l’infermeria. Sopra il ponte di coperta ci sono la
plancia di comando, gli alloggi ufficiali e sottufficiali il locale radio e
finalmente la cucina (sono
incredibili le cucine delle navi, attrezzatissime ma con un odore tipico: non
ti sbagli sei su una nave)
Sullo sfondo il Castello Aragonese |
Il motto della nave è “faventibus venti”, l’augurio
di incontrare sempre venti favorevoli che accompagnino la navigazione.
Il nome è dato dal mitico timoniere della nave di
Enea (nell'Eneide di Virgilio), Palinuro. La Polena della nave ritrae Palinuro
al timone.
Un po’ di dati, d'accodo pochi, ne ho già scritti
troppi, ma vedrete che è bene citarli. La nave è stata varata nei Cantieri
Navali di Nantes nel 1934 con il nome di
“Comandant Luis Richard” ed impiegata per la pesca del merluzzo nei banchi di
Terranova (insomma era un gran bel peschereccio o come ha detto qualcuno una
bella paranza). Nel 1950 fu acquistata dalla Marina Militare che dopo numerosi
lavori di trasformazione nei cantieri navali di Castellammare di Stabia e nell'arsenale
di La Spezia l’ha fatta diventare la bellezza che è ora: la nave scuola. È di base
nel porto militare di La Spezia.
Oltre che per l’addestramento degli allievi
ufficiali e sottufficiali è testimone delle tradizioni marinare della Marina
Italiana in tutti i porti a cui attracca.
Merita d’essere
menzionata per il trasporto della fiaccola olimpica da Genova a Barcellona nel
1968 e ancora quando trasportò la fiaccola nel 2005 in occasione delle
olimpiadi invernale di Torino; le menzioni proseguirebbero ma è meglio che
tagli per evitare un eccesso di parole.
600 gr. Alici piuttosto grosse
1 uovo
6 cucchiai colmi da minestra di farina di riso*
2 cucchiai colmi di pangrattato*
1 pizzico di sale
Olio per friggere
Gli ingredienti con il simbolo
(*) sono
alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono
avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario
dell'Associazione Italiana Celiachia, o riportare la scritta "senza
glutine"
Sciacquare le alici e asciugarle dall'eccesso
di acqua.
Spinare le
alici togliendo per prima la testa con le dita applicando una decisa
pressione, poi, eliminare le interiora e attraverso la pancia far scorrere il
pollice fino alla coda, sempre applicando
una leggera pressione fino ad aprirle a
libro; staccare la spina centrale senza rompere la parte opposta ed eliminarla
fino alla coda. Sistemare le alici
spinate su un piano ben ordinatamente in modo che non si rompano.
In un piatto fondo, aggiungere il sale all'uovo,
sbattere con una forchetta. In un piatto mischiare 2 cucchiai di farina di riso con i 2 di
pangrattato. La restante farina porla in un altro piatto. Passare le alici
prima nella farina, poi nell'uovo e poi nella farina e pangrattato.
In una padella versare dell’olio di oliva o
olio di arachidi, prtarla a temperatura, senza arrivare al punto di fumo, e
immerere nell'olio caldo i pesci facendoli dorare da entrambi i lati.
Servire subito con un ricca insalata per
contorno.
La visita è terminata - Ciao Taranto |
Alla prossima
Ciao
Nessun commento:
Posta un commento
Feel free to leave a comment!
I would be glad to know your opinion! ;)
Thank you! :)
Grazie per aver visitato il mio blog.
Mi piacerebbe avere una vostra opinione.
Stefania